Letteratura antica nelle traduzioni in russo e in altre lingue. La letteratura antica nelle traduzioni in russo e in altre lingue mi è più cara delle sanguisughe

A quanto pare, il trochee esametro della poesia di Brodskij non molla la presa... Internet è pieno di imitazioni, parodie o, come si dice giustamente, di remake. Ho scelto i tre migliori (secondo me).



1.Non conosco la data
ALESSANDRO TIMOFEEVSKY
Risposta di un amico romano

Vago per le strade tutto il giorno, a bocca aperta.
È autunno a Roma. Tutto è morto. Tutto è impazzito.
Una nuvola nera incombe sul Colosseo,
Non si sa cosa significherebbe?
Piove. Il cielo paga gli arretrati.
È un peccato, non si riversa sul terreno coltivabile, ma sulla pietra
In quei vicoli gobbi, dove in un abbraccio
I tuoi morti stanno con le dimore.
Ricordi la casa dove tu ed io abbiamo visitato più di una volta?
Sul prato calvo l'erba secca,
Delle rovine non rimase nemmeno la cenere,
Ma qualcosa mi trascina sempre lì.
Una volta eri felice in questa casa,
E ho letto un'elegia su John Donne,
E i frutti delle olive giallo-verdi
La padrona di casa dalla pelle scura mangiò dal palmo della sua mano.
Dov'è l'allegra padrona di casa? Dove sono le olive?
Tutto ciò che ci restava era un terreno vuoto dietro l'angolo.
Naturalmente dietro ci sono solo rovine,
Ma le rovine sono comunque meglio dei vuoti.
Solo la donna si addice all'incostanza,
Amiamo ciò che abbiamo amato nella nostra giovinezza.
Chi ha avuto l'idea che la patria è lo spazio?
Eravamo tu ed io la nostra patria.
Mi scrivi perché languire nell'impero,
È meglio abitare in una provincia remota tra i Galli,
Ma vale la pena affrettarsi a partire?
Dopotutto, l'impero non esisteva da cento anni.
Roma è crollata, nessuno ricorda la data esatta.
Quindi discutiamo e tracciamo parallelismi...
Ovunque gli stessi succhiasangue e soldati,
Succhiasangue e ladri, mia Valery.
È meglio che torni tu stesso, il viaggio è breve.
Mia moglie ed io ti stavamo aspettando nella capitale.
È davvero così importante entrare in città?
Quattro su un carro trionfale?
Oltre il muro di pietra, il bosco sacro,
Dove i legionari stanno di guardia...
Mi sembra che sia più facile nella nostra cucina
Parliamo di Nasone e Catullo.
Cera congelata sulla pagina di un vecchio libro,
Ospiti che dormono fianco a fianco ovunque.
C'è cenere ovunque, un torsolo di fico per terra,
Sul tavolo c'è un bordo di ciliegia da un bicchiere.
E quando il tempo viene misurato dal rimbombante Chronos,
Il vecchio Posthumus potrà salutarti.
Facciamo un'ultima passeggiata insieme
E andiamo sulla tua isola preferita.

2.2007.
VSEVOLOD Emelin
Lettere di un amico della Crimea.
Anche, a quanto pare, da Martial.

C'è vento oggi e sto bevendo un toast dopo l'altro
L'estate sta arrivando, le donne verranno qui
Non ho più bisogno di essere forte e alto
Ora posso essere piccolo e debole.

L'alcol prende il sopravvento sul mio corpo
Si sviluppano sintomi di intossicazione
Quanto è più piacevole guardare questa cosa
Di una donna al momento dell'accoppiamento.

Sono seduto qui ad aspettare il conto
Non c'è bisogno di adulare e agitarsi qui
Bevo vodka quanto voglio
I vacanzieri qui non vengono presi in custodia dalla polizia.

Qui cammino a piedi nudi tra le primule
Strappo le zampe di piccoli insetti
Come sta Putin? Cosa sta facendo? Tutto di Rosneft?
Tutto di Rosneft, probabilmente, e Gazprom.

C'è un devoto musulmano nella tomba
Ha combattuto con gli infedeli nel Caucaso
Non ha mai fumato né era ubriaco.
È morto immediatamente, senza alcuna eutanasia.

Ecco un vecchio allegro, con un braccio solo
Non è asciutto da quando aveva quattordici anni.
Ha seppellito sua moglie, i suoi figli e i suoi nipoti molto tempo fa
Anche qui, Postumo, non ci sono regole.

La vita gioca con noi una partita a scacchi
Tutto è diviso in due campi disuguali
Vivere in un’era di democrazia sovrana
È meglio nel vicino principato, vicino al mare.

Lontano dal loro potere verticale
Da una lotta che porterà all'impotenza
Stai dicendo che i tartari sono stufi di tutti qui?
Ma i tartari mi sono più cari dei ceceni.

Trascorri questa serata con te, prostituta
Sono d'accordo, ma non facciamo sesso
Ti offro due bicchieri di porto
E posso comprare qualcos'altro.

Non respirare i fumi nella mia direzione
Allontana il tuo muso dipinto
Cosa stai borbottando lì? Cosa stavo facendo, vecchio stronzo?
Vecchio - sì, ma non sono d'accordo sul fatto che fossi uno stronzo.

Ora tocca a noi incollare insieme le pinne
Come mi ha detto un vecchio gay vicino alla tenda:
“La vita è passata come una favola mai realizzata”
L'opinione, ovviamente, è in qualche modo vera, ma disgustosa.

Il mio stomaco fa i capricci al sud d'estate
È positivo che ci siano due passi per raggiungere il bagno.
Come a Ichkeria, il mio Postumus - o dove là?
Avete ripristinato l’ordine costituzionale?

Vieni con la tua Zhigulenka sbrindellata
Attraverso montagne e foreste, campi e paesi
Beviamo il chiaro di luna caldo di ciliegia e prugna
Dopo averlo morso con salamoia di gomma.

E poi, al suono di un'orchestra locale
Ordinerò i vini chiamati “Massandra”.
Ti mostrerò un posto famoso.
Dove è stato girato il triste film su Ichthyander?

Ti porterò sulla collina dove ci sono le rovine
Ti parlerò delle gesta degli antichi.
Leggerò l'elenco delle navi fino a metà
E chiederò chi è l’atteso successore.

Al tuo amico Postumo, che era attivo
Presto arriverà un ospite, di nome Kondraty
I miei risparmi, mezzo migliaio di grivna
Lo troverai sotto il materasso, sul letto.

Vieni alla birreria sul molo
E fai un accordo con gli uomini lì
Per cominciare, dai loro un litro di vodka
Mi porteranno avanti con i piedi per primi.

Tetro barcaiolo ubriaco fino a tremare
Pelengas in un secchio sbatte la coda sul fondo
L'ombra degli alberi si fa sempre più netta e severa.
Il sole che tramonta dietro la roccia.

Bottiglia vuota sul tavolo
Le costellazioni zodiacali fluttuano nel cielo
Dmitry Bykov su panchina asciutta
Fantastico romanzo su Pasternak.

3.1.04.14
VITTORIO BAYRAK
Lettere ad un amico nella capitale

Oggi c'è vento e le onde battono ritmicamente.
Presto sarà maggio, tutto si muoverà e fermenterà.
Cambiare bandiera è addirittura erotico
Tuttavia, c'è del movimento in natura.
Naturalmente, non mi interessa la politica -
Non andrai oltre la Crimea o Maidan.
È vero, la coscienza vende meglio del corpo:
La coscienza è diversa, ma il corpo è costante.
___
Ti mando i link, non ce ne sono molti.
Cosa c'è a Kiev? Si stanno ribellando? Non sei stanco?
Come va la Duma? Non è di nuovo tutto a posto, grazie a Dio?
Pensare non è stare su un piedistallo.
Sono seduto nel mio giardino e sto riparando la soffitta.
Fuori stagione: niente stipendi, niente turisti.
Intrattenimento gratuito - Raduno dei bardi
E tra quelli pagati hanno la preferenza i trattoristi.
___
Anche se Simferopol non è realmente la capitale,
ma perché nella fila della capitale con il muso da resort.
Se ti capita di nascere nell'Impero,
Quindi dovrebbe mettermi nella tomba.
Per allontanarsi dalla Russia, dalla Cina.
In modo da non dover lottare per un posto nel cimitero.
Stai dicendo che non hai abbastanza ucraini?
Ebbene, qui siamo tutti quasi stranieri.
___
È così che abbiamo vissuto la nostra vita. Intendiamoci, niente ernia.
Come mi ha detto Rav Yishaya di Odessa:
"Volare come un compensato su Parigi,
Guardo ancora le gambe dell’assistente di volo.”
Ero in montagna. Ho raccolto due chilogrammi di spugnole.
Il fungo è poco appariscente, ma nutriente e gustoso...
“Presidente”, come diceva mia madre,
"Deve essere lo stesso." In qualche modo è diventato triste.
___
Ricorda, piccola Maruska dietro il recinto
Hai venduto il chiaro di luna alla ciliegia?
Sei andato a letto di nuovo con lei... Ecco, è diventata procuratore.
Pubblico Ministero e comunica con la legge.
Vieni, beviamo vino, qui ce n'è in abbondanza.
E snack. A proposito, nuovi piatti.
Poi andrò dai Tartari a fare un barbecue.
Presto verranno comunque cacciati di qui.

___
Presto il tuo amico, l'adolescente ritardatario,
Preferisce gli stivali alle pantofole bianche.
Ho qui lo schizzo di Voloshin.
Questo valore è sufficiente per il funerale.
Vai se ti fanno passare alla dogana,
Metti da parte le cose, trova un sostituto.
Il terreno qui è buono, scavare non è difficile,
E non crederci quando aumentano il prezzo.
___
Alloro verde nella febbre del tardo pomeriggio,
Uno scaffale con dei libri, una bottiglia aperta,
la sedia è abbandonata, il computer si sta caricando.
Il gatto si è sdraiato a pancia in su sulla lettiera.
Pont è rumoroso e unico ogni giorno.
Il deltaplano oscilla leggermente nel vento.
Un residente della Crimea si siede su una panchina asciutta.
Un tricolore solitario sul consiglio comunale.

"Lettere a un amico romano (da Martial)" Joseph Brodsky

Oggi c'è vento e le onde si sovrappongono.
L'autunno sta arrivando, tutto cambierà nella zona.
Il cambiamento dei colori è più commovente, Postumo,
che cambiare il vestito di un amico.

Ti mando, Postumo, questi libri.
Cosa c'è nella capitale? Si stanno sdraiando dolcemente? Non è difficile dormire?
Come sta Cesare? Cosa sta facendo? Tutto l'intrigo?
Tutto l'intrigo è probabilmente solo golosità.

Sono seduto nel mio giardino, la lampada è accesa.
Nessuna fidanzata, nessuna domestica, nessun conoscente.
Invece dei deboli di questo mondo e dei forti -
solo il ronzio armonioso degli insetti.

Qui giace un mercante asiatico. Tolkovym
Era un commerciante: professionale, ma poco appariscente.
Morì rapidamente: febbre. Per mestiere

Accanto a lui c'è un legionario, sotto il quarzo grezzo.
Ha glorificato l'impero nelle battaglie.
Quante volte avrebbero potuto uccidere? e morì vecchio.
Anche qui, Postumo, non ci sono regole.

Sia vero, Postumo, che la gallina non è un uccello,

Se ti capita di nascere nell'Impero,
È meglio vivere in una provincia remota in riva al mare.

E lontano da Cesare e dalla bufera di neve.
Non è necessario adulare, essere codardo o affrettarsi.

Aspetta che finisca con te questo acquazzone, etera,
Sono d'accordo, ma non facciamo scambi:
togli sesterzio dal corpo che copre -
è come pretendere le tegole da un tetto.

Perdita, dici? Ma dov'è la pozzanghera?
Non è mai successo di aver lasciato una pozzanghera.
Ti troverai un marito,

Quindi ne abbiamo vissuto più della metà.
Come mi disse il vecchio schiavo davanti all'osteria:
“Quando ci guardiamo intorno, vediamo solo rovine.”
La visione, ovviamente, è molto barbara, ma vera.

Ero in montagna. Adesso sono impegnato con un grande bouquet.
Troverò una grande brocca e verserò loro l'acqua...
Come va in Libia, mio ​​Postumo, o là?
Stiamo ancora combattendo?

Ti ricordi, Postumo, che il governatore ha una sorella?
Magro, ma con le gambe piene.
Hai dormito di nuovo con lei... Recentemente sei diventata sacerdotessa.
La sacerdotessa Postumo comunica con gli dei.

Venite, beviamo vino e mangiamo pane.
O prugne. Dimmi la notizia.
Ti farò il letto in giardino sotto il cielo limpido
e ti dirò come si chiamano le costellazioni.

Presto, Postumo, il tuo amico che ama l'addizione,
ripagherà il suo debito di lunga data.
Prendi i tuoi risparmi da sotto il cuscino,
non c'è molto lì, ma abbastanza per il funerale.

Cavalca la tua cavalla nera
alla casa delle etere sotto le mura della nostra città.
Dai loro il prezzo per il quale hai amato,
in modo che paghino lo stesso prezzo.

Il verde dell'alloro, quasi fino a tremare.
La porta è aperta, la finestra è polverosa,
una sedia abbandonata, un letto abbandonato.
Tessuto che ha assorbito il sole di mezzogiorno.

Il Ponto fruscia dietro una siepe nera di pini.
La nave di qualcuno sta lottando con il vento al largo del promontorio.
Sulla panchina asciutta c'è il Vecchio Plinio.
Un merlo cinguetta tra i capelli del cipresso.

Analisi della poesia di Brodsky "Lettere a un amico romano"

La poesia “Lettera a un amico romano” è stata scritta da Joseph Alexandrovich Brodsky nel 1972. Il titolo dice "Da Marziale", ma questa non è una libera traduzione di nessuna delle opere del famoso epigrammista Marco Valerio Marziale, ma un'opera indipendente basata sulla storia romana.

Nella poesia, l'autore interpreta il ruolo di un romano vissuto durante il regno di Giulio Cesare. Dal testo della poesia si capisce che un tempo viveva nella capitale, conosceva personalmente i poteri forti, ma decise di partire per una provincia remota. Tutto ciò che collega l'eroe con la sua vita precedente è un amico di nome Postumus, al quale invia lettere, parla della sua vita quotidiana e chiede notizie.

Nonostante il fatto che la poesia parli di cose storicamente significative e tocchi argomenti filosofici seri, è facile da leggere. Questo effetto si ottiene grazie a un vocabolario semplice, privo di affermazioni pretenziose, espressioni arcaiche e parole complicate. Ma contiene abbastanza detti che rendono le trame della vita antica più comprensibili e riconoscibili per il lettore russo. Ecco, ad esempio, come il poeta si interessa ai dettagli del soggiorno di un amico a Roma:
Cosa c'è nella capitale? Si stanno sdraiando dolcemente? Non è difficile dormire?
Come sta Cesare? Cosa sta facendo? Tutto intrigo?

Naturalmente, tutte queste domande sono retoriche. L'autore stesso è esperto nella lotta dietro le quinte che ha sempre accompagnato ogni trono. Qui è facile vedere un parallelo con il mondo moderno e l'era in cui visse lo stesso Joseph Alexandrovich.

Nell'ottava strofa il poeta si permette di criticare le autorità:
Stai dicendo che tutti i governatori sono ladri?
Ma un ladro mi è più caro di una sanguisuga.

Sono stati gli intrighi di corte ad allontanare l'eroe lirico dal trambusto della grande città. Sempre utilizzando il proverbio, il poeta spiega perché cerca di stare lontano dagli intrighi di palazzo:
Sia vero, Postumo, che la gallina non è un uccello,
ma con il cervello di pollo avrai già abbastanza dispiaceri.

Ammette a Postumo che la sua vita è diventata più tranquilla quando si è trasferito al mare. Con l'aiuto di epiteti luminosi ed espressivi, l'autore dipinge per il suo interlocutore immagini della vita di provincia. La natura gioca con colori ricchi e piacevoli: “sotto un cielo limpido”, “capelli di cipresso”, “siepe di pino nero”, “tessuto che ha assorbito il sole di mezzogiorno”.

Senza esitazione, l'autore condivide i dettagli della sua vita semplice. Poi parla con gli schiavi che esprimono idee inaspettatamente sagge. Poi condivide un tetto che perde con una donna corrotta. Il poeta, in termini ironici e ambigui, racconta come discute con la ragazza a causa delle gocce che colano, senza preoccuparsi che i versi vengano considerati offensivamente osceni:
Perdita, dici? Ma dov'è la pozzanghera?
Non è mai successo di aver lasciato una pozzanghera.
Ti troverai un marito,
colerà sul copriletto.

Ma oltre a queste semplici descrizioni di incidenti quotidiani, il poeta solleva anche argomenti seri. Spesso l'opera contiene il motivo della morte e il significato della vita. Usando l'esempio di diversi personaggi, l'autore rivela il problema dell'imprevedibilità del destino. Racconta la storia di un astuto mercante che venne in queste terre per concludere affari redditizi. Ma improvvisamente gli venne la febbre e morì. Il poeta sottolinea che una persona può pianificare le sue azioni quanto vuole, ma non può far fronte alla predestinazione:
...Per mestiere
è venuto qui per affari, non per questo.

Al contrario, l'autore cita la storia di un legionario. Quest'uomo ha rischiato tutta la sua vita, ma il destino ha decretato che la morte gli sia passata accanto dove morirono molti dei suoi compagni. E questo soldato, a sua volta, visse fino alla vecchiaia e morì tranquillamente.

Il poeta parla anche della propria morte. Ma nelle stanze dedicate a questo evento non c'è tragedia. L'autore disegna semplicemente immagini familiari, ma senza la propria figura. Usa la metonimia - "Sulla panchina asciutta - il Vecchio Plinio", dimostrando che dopo la sua morte ci sarà una traccia simile a quella lasciata dall'antico poeta sotto forma del suo libro. Il poeta dimostra che la vita continuerà a seguire il suo corso, motivo per cui le ultime strofe sono così calme e piene di calore.

Questa poesia è sorprendente. Solleva domande profonde sulla vita e sulla morte, ma il lavoro non è gravoso o meditativo. Joseph Alexandrovich è riuscito a parlare con il lettore in un linguaggio semplice, come con un vecchio amico, su argomenti seri, ma senza disturbarlo o spaventarlo. Questo è lo straordinario talento di Brodsky come poeta.

(da Martial) Oggi c'è vento e le onde si accavallano. L'autunno sta arrivando, tutto cambierà nella zona. Il cambiamento di questi colori è più toccante, Posthumus, del cambiamento nell’abito di un amico. La Vergine diverte fino a un certo punto: non andrai oltre il gomito o il ginocchio. Quanto più gioiosa è la bellezza fuori del corpo: non è possibile né abbraccio né tradimento! ___ Ti mando, Postumo, questi libri. Cosa c'è nella capitale? Si stanno sdraiando dolcemente? Non è difficile dormire? Come sta Cesare? Cosa sta facendo? Tutto l'intrigo? Tutto l'intrigo è probabilmente solo golosità. Sono seduto nel mio giardino, la lampada è accesa. Nessuna fidanzata, nessuna domestica, nessun conoscente. Al posto dei deboli e dei forti di questo mondo c'è solo il ronzio armonioso degli insetti. ___ Qui giace un commerciante asiatico. Era un commerciante intelligente: professionale, ma impercettibile. Morì rapidamente a causa della febbre. È venuto qui per affari commerciali, non per questo. Accanto a lui c'è un legionario, sotto il quarzo grezzo. Ha glorificato l'impero nelle battaglie. Quante volte avrebbero potuto uccidere? e morì vecchio. Anche qui, Postumo, non ci sono regole. ___ È vero, Postumo, che una gallina non è un uccello, ma con un cervello di gallina avrai già abbastanza guai. Se sei nato nell'Impero, è meglio vivere in una provincia remota in riva al mare. E lontano da Cesare e dalla bufera di neve. Non è necessario adulare, essere codardo o affrettarsi. Stai dicendo che tutti i governatori sono ladri? Ma un ladro mi è più caro di una sanguisuga. ___ Sono d'accordo ad aspettare con te che finisca questo acquazzone, etera, ma non commerciamo: togliere sesterzio da un corpo che copre è come pretendere una dracma da un tetto. Perdita, dici? Ma dov'è la pozzanghera? Non è mai successo di aver lasciato una pozzanghera. Se ti trovi una specie di marito, colerà sul copriletto. ___ Quindi abbiamo vissuto più della metà del nostro tempo. Come mi disse il vecchio schiavo davanti all’osteria: “Quando ci guardiamo intorno, vediamo solo rovine”. La visione, ovviamente, è molto barbara, ma vera. Ero in montagna. Adesso sono impegnato con un grande bouquet. Troverò una grande brocca e verserò loro l’acqua... Come va in Libia, mio ​​Postumo, o dove? Stiamo ancora combattendo? ___ Ricordi, Postumo, il governatore ha una sorella? Magro, ma con le gambe piene. Hai dormito di nuovo con lei... Recentemente sei diventata sacerdotessa. La sacerdotessa Postumo comunica con gli dei. Venite, beviamo vino e mangiamo pane. O prugne. Dimmi la notizia. Ti preparerò un letto in giardino sotto il cielo limpido e ti dirò i nomi delle costellazioni. ___ Presto Postumo, il tuo amico amante delle addizioni, pagherà il suo debito di vecchia data con le sottrazioni. Prendi i tuoi risparmi da sotto il cuscino, non sono molti, ma bastano per il funerale. Cavalca la tua giumenta nera fino alla casa delle etere sotto le mura della nostra città. Dai loro il prezzo per il quale hai amato, affinché piangano per lo stesso prezzo. ___ Il verde dell'alloro, che arriva fino a tremare. La porta è aperta, la finestra è polverosa, la sedia è abbandonata, il letto è abbandonato. Tessuto che ha assorbito il sole di mezzogiorno. Il Ponto fruscia dietro una siepe nera di pini. La nave di qualcuno sta lottando con il vento al largo del promontorio. Sulla panchina asciutta c'è il Vecchio Plinio. Un merlo cinguetta tra i capelli del cipresso. marzo 1972 1972 Viktor Golyshev L'uccello non vola più nella finestra. La ragazza, come un animale, protegge la sua camicetta. Quando scivolo su un nocciolo di ciliegia non cado: la forza di attrito aumenta al diminuire della velocità. Il cuore sobbalza come uno scoiattolo nel groviglio delle costole. E canta con orgoglio dell'età. Questo sta già invecchiando. Invecchiamento! Ciao mio invecchiamento! Il sangue scorre lentamente. La struttura delle gambe, un tempo snella, tormenta la vista. Avanzo fino alla quinta area delle mie sensazioni, togliendomi le scarpe e salvandole con un batuffolo di cotone. Chiunque passi con una pala ormai è oggetto di attenzione. Giusto! Il corpo si pentì delle sue passioni. Invano cantava, singhiozzava, sorrideva. Nella cavità orale, almeno, la carie dell'antica Grecia non è inferiore. Respirando male e facendo schioccare le giunture, sporco lo specchio. Non stiamo ancora parlando della sindone. Ma proprio quelli che ti sopporteranno stanno già varcando le porte. Ciao, tribù giovane e sconosciuta! Il tempo, ronzando come un insetto, ha finalmente trovato nella dura parte della mia testa la delicatezza desiderata. C'è confusione e distruzione nei miei pensieri. Come una regina - Ivana nella villa, sento il respiro della corona mortale con tutte le mie fibre e mi stringo più vicino al tappeto. Allarmante! Questo è esattamente ciò che è spaventoso. Anche quando tutte le ruote del treno rotolano con un ruggito sotto la cintura, il volo della fantasia non si ferma. Come lo sguardo distratto di uno studente eccellente, che non distingue gli occhiali dal reggiseno, il dolore di una persona miope e la morte sono sfocate, come i contorni dell'Asia. Tutto ciò che avrebbe potuto andare perduto è stato completamente perduto. Ma ho anche realizzato in forma approssimativa tutto ciò che si era prefissato di realizzare. Anche i cuculi di notte sono poco influenzati dal suono - anche se la vita ne viene calunniata o giustificata per molto tempo, ma l'invecchiamento è la crescita di un organo dell'udito progettato per il silenzio. Invecchiamento! C'è sempre più mortale nel corpo. Cioè, non necessario per la vita. Lo splendore della luce locale scompare dalla fronte di rame. E a mezzogiorno un riflettore nero mi inonda le orbite. La forza nei miei muscoli è stata rubata. Ma non cerco una traversa per me: mi vergogno di assumermi l’opera del Signore. Tuttavia, deve essere una questione di codardia. Nella paura. Ci sono difficoltà tecniche nell'atto. Questa è l'influenza del cadavere in arrivo: ogni decadimento inizia con la volontà, il minimo della quale è la base della statistica. È così che insegnavo mentre ero seduto all'asilo della scuola. Oh, allontanatevi, amiche orche! Lasciami uscire in campo aperto! Ero come tutti gli altri. Cioè, ha vissuto una vita simile. Entrò nel corridoio con i fiori. Bevuto. Fare il buffone sotto la pelle. Ho preso quello che mi hanno dato. L'anima non mira a cose che non le appartengono. Aveva un sostegno, ha costruito una leva. E ho emesso un suono adatto allo spazio, soffiando in un tubo cavo. Cosa posso dire alla fine della giornata?! Ascolta, squadra, nemici e fratelli! Tutto quello che ho fatto, non l'ho fatto per il bene della fama nell'era del cinema e della radio, ma per il bene della mia lingua madre, la letteratura. Per quale oracolo-sacerdozio (al dottore fu detto: lascialo guarire se stesso), avendo perso la coppa durante la festa della Patria, ora mi trovo in una zona sconosciuta. C'è vento. Umido, buio. Ed è ventoso. La mezzanotte getta foglie e rami sul tetto. Possiamo dire con sicurezza: eccomi qui finendo i miei giorni, perdendo capelli, denti, verbi, suffissi, raccogliendo un'onda dall'oceano con un berretto come un elmo di Suzdal, così che si restringe, pesce fragile, anche se crudo. Invecchiamento! L'età del successo. Conoscenza della verità. Il lato sbagliato della cosa. Espulsioni. Dolore. Non ho niente contro di lei o per lei. Se esagerano, grido: è assurdo trattenere i propri sentimenti. Per ora, sarò paziente. Se c'è qualcosa che riscalda in me, non è la mente, ma solo il sangue. Questa canzone non è un grido di disperazione. Questa è una conseguenza della ferocia. Questo – più precisamente – è il primo grido del silenzio, il cui regno immagino come la somma dei suoni emessi da una laringe prima umida e dura, ora indurita in una natura apparentemente morta. Questo è per il meglio. Quindi penso. Farfalla Dovrei dire che sei morto? Ma hai vissuto solo un giorno. Quanta tristezza c’è nello scherzo del Creatore! Riesco a malapena a pronunciare “vena” - l'unità della data di nascita e quando ti sbricioli nella mia manciata, mi vergogno a sottrarre una delle due quantità nell'arco della giornata. II Perché i giorni per noi non sono niente. Proprio niente. Non puoi fissarli, e non puoi farne cibo per gli occhi: su uno sfondo bianco, senza corpo, sono invisibili. I giorni sono come te; o meglio, cosa può pesare dieci volte meno in un giorno? III Dovrei dire che non esisti affatto? Ma cosa c'è nella mia mano di così simile a te? e il colore non è il frutto della non esistenza. Secondo i suggerimenti di chi vengono comunque applicati i colori? È improbabile che io, un grumo borbottante di parole estranee al colore, avrei potuto immaginare questa tavolozza. IV Sulle tue ali ci sono pupille, ciglia - sono bellissimi uccelli, sono gli uccelli - frammenti dei cui volti, dimmi, sono questi volti, il ritratto di un volante? Dimmi, che tipo di particelle o grani mostra una natura morta: cose, frutti? e anche pescando il trofeo è proteso. V Forse sei un paesaggio, e, prendendo una lente d'ingrandimento, troverò un gruppo di ninfe, una danza, una spiaggia. Lì c'è la stessa luce che durante il giorno? O lì è noioso come di notte? e quale luce in esso si alzò nel cielo? di chi sono le figure? Dimmi, di che natura è stato fatto? VI Penso che tu sia questo e quello: stelle, volti, tratti di oggetti in te. Chi era quel gioielliere che non aggrottò la fronte, che dipinse su di sé in miniatura quel mondo che ci fa impazzire, ci prende a tenaglia, dove tu, come il pensiero di una cosa, noi siamo la cosa stessa? VII Dimmi, perché ti è stato dato un modello del genere solo per un giorno nella terra dei laghi, il cui amalgama riserva spazio per usi futuri? E tu - ti priva della possibilità in così poco tempo di entrare nella rete, di svolazzare nel palmo della tua mano, di affascinare l'allievo al momento dell'inseguimento. VIII Non mi risponderai non per timidezza e non per malizia, e non perché sei morto. Viva o morta, ad ogni creatura di Dio, in segno di parentela, è data voce per comunicare, cantare: prolungare un attimo, un minuto, un giorno. IX E tu, sei privato di questo impegno. Ma a rigore è meglio così: perché diavolo dovrei essere in debito con il cielo, in cassa. Non angosciarti se la tua età e il tuo peso meritano il mutismo: anche il suono è un peso. Più incorporeo del tempo, più silenzioso sei. X Senza sentimenti, senza paura, alzi più leggero della polvere sull'aiuola, oltre l'atmosfera carceraria del passato e del futuro, e quindi, quando voli nel prato, assetato di cibo, l'aria stessa improvvisamente si prende forma. XI Così fa la penna, che scivola lungo la superficie liscia del taccuino a righe, senza sapere il destino della sua linea, dove saggezza ed eresia si mescolano, ma confidando nelle spinte della mano, nelle cui dita la parola batte in modo del tutto silenzioso , non togliendo la polvere al fiore, ma il peso dalle spalle. XII Una tale bellezza e un periodo così breve, se combinati, torcono le labbra con un'ipotesi: non si può affermare più chiaramente che in effetti il ​​mondo è stato creato senza uno scopo, e se con esso, allora l'obiettivo non siamo noi. Amico entomologo, non esistono aghi per la luce e non esistono aghi per l'oscurità. XIII Dirti "Arrivederci" come forma della giornata? Ci sono persone le cui menti sono colpite dall'oblio; ma guarda: l'unica ragione è che dietro di loro non hanno giorni con un letto per due, non sogni densi, non il passato - ma nuvole delle tue sorelle! XIV Sei meglio di Niente. O meglio: sei più vicino e più visibile. Dentro di te sei imparentato con lui al cento per cento. Nella tua fuga raggiunse la carne; e quindi, nel trambusto della giornata, sei degno di uno sguardo come facile barriera tra lui e me. 1972 * Datato 1973 in PS. Nel distretto dei laghi A quei tempi, nel paese dei dentisti, le cui figlie prescrivevano cose da Londra, le cui tenaglie serrate innalzano il Dente del Saggezza sul vessillo di nessuno, io, nascondendo nella mia bocca rovine peggiori del Partenone, una spia, un infiltrato, quinta colonna di una provincia marcia - nella vita di tutti i giorni professore di eloquenza - - vivevo in collegio vicino ai Main Fresh Lakes, dove dal sottobosco locale mi chiamavano per cavarmi le vene. Tutto ciò che scrivevo in quei giorni inevitabilmente si riduceva a ellissi. Caddi, senza slacciarmi, sul letto. E se di notte cercavo una stella sul soffitto, questa, secondo le regole della combustione, scorreva sul cuscino lungo la mia guancia più velocemente di quanto esprimessi un desiderio. 1972 Schizzo Il lacchè trema. Lo schiavo ride. Il boia affila la sua ascia. Il tiranno taglia il cappone. La luna invernale splende. Questo è il tipo di nome patronimico, incisione. Sul lettino ci sono il Soldato e il Matto. La vecchia si gratta il lato morto. Questa è la visione della Patria, stampa popolare. Il cane abbaia, soffia il vento. Boris chiede a Gleb in faccia. Coppie che girano alla palla. Nel corridoio c'è una pila sul pavimento. La luna brilla, la mia vista è tormentata. Sotto di esso, come un cervello separato, c'è una nuvola... Lascia che l'Artista, il parassita, rappresenti un paesaggio diverso. 1972 Ulisse a Telemaco Mio Telemaco, la guerra di Troia è finita. Non ricordo chi ha vinto. Devono essere greci: solo i greci possono lasciare tanti morti fuori casa... Eppure la strada che portava a casa si è rivelata troppo lunga, come se Poseidone, mentre noi perdevamo tempo lì, avesse allungato lo spazio. Non so dove sono, cosa ho davanti. Un'isola sporca, cespugli, edifici, maialini che grugniscono, un giardino incolto, una specie di regina, erba e pietre... Caro Telemaco, tutte le isole sono simili tra loro, quando hai vagato per così tanto tempo, e il tuo cervello è già confuso, conta le onde, l'occhio, intasato dall'orizzonte, piange, e la carne acquosa oscura l'udito. Non ricordo come è finita la guerra e non ricordo quanti anni hai adesso. Cresci grande, mio ​​Telemaco, cresci. Solo gli dei sanno se ci incontreremo di nuovo. Anche adesso non sei più lo stesso bambino davanti al quale trattenevo i tori. Se non fosse stato per Palamed, avremmo vissuto insieme. Ma forse ha ragione: senza di me sei libero dalle passioni edipiche, e i tuoi sogni, mio ​​Telemaco, sono senza peccato. 1972 x x x Serata autunnale in una modesta cittadina, orgoglioso della sua presenza sulla mappa (il topografo probabilmente era emozionato o aveva avuto una breve conversazione con la figlia del giudice). Stanco dei propri capricci, lo Spazio sembra liberarsi del peso della grandezza, limitandosi qui alle caratteristiche della Main Street; e il Tempo guarda con un certo gelo nelle ossa il quadrante del negozio coloniale, nelle cui profondità c'è tutto ciò che il nostro mondo potrebbe produrre: da un telescopio a uno spillo. Ci sono cinema, saloon, dietro l'angolo c'è un caffè con la tenda tirata, una banca di mattoni con l'aquila spiegata e una chiesa, la cui presenza e le reti che colloca, se non accanto all'ufficio postale, sarebbero dimenticato. E se qui non fossero stati fatti i bambini, il pastore avrebbe battezzato le automobili. Qui le cavallette si scatenano in silenzio. Alle sei di sera, a causa della guerra atomica, non incontrerai più anima viva. La luna fluttua dentro, inserendosi nel quadrato scuro della finestra che è il tuo Ecclesiaste. Solo occasionalmente una lussuosa Buick che sfreccia da qualche parte accenderà i fari sulla figura del Milite Ignoto. Qui non stai sognando una donna in calzamaglia, ma il tuo indirizzo su una busta. Qui al mattino, vedendo il latte inacidito, il lattaio viene a sapere della tua morte. Qui puoi vivere, dimenticando il calendario, ingoiare il tuo bromo, non uscire e guardarti allo specchio come una lanterna che guarda in una pozzanghera che si asciuga. 1972 Canto dell'innocenza, conosciuto anche come esperienza "Su una nuvola ho visto un bambino, e lui ridendo mi ha detto..." W. Blake 1 Vogliamo giocare a rincorrerci nel prato, non indossare un cappotto, ma solo una maglietta. Se fuori piove all'improvviso e fa fango, noi, mentre prepariamo le lezioni, non vogliamo piangere. Leggeremo il libro di testo, nonostante il titolo. Ciò che sogniamo diventerà realtà. Ameremo tutti e in cambio loro ameranno noi. Questo è il migliore: più contro meno. Prenderemo come nostre spose fanciulle con gli occhi di cerva selvatica; e se noi stessi siamo vergini, prenderemo come coniugi giovani magri e non ci ameremo a vicenda. Poiché la bambola ha una faccia sorridente, commetteremo i nostri errori ridendo. E poi i saggi che vivono in pensione ci diranno cos'è la vita. 2 I nostri pensieri diventeranno ogni anno più lunghi. Sconfiggeremo qualsiasi malattia con lo iodio. Le nostre finestre saranno coperte di tulle e non di sbarre nere. Torneremo presto da un lavoro piacevole. Non distoglieremo gli occhi dallo schermo del film. Appunteremo pesanti spille ai vestiti. Se qualcuno è senza soldi, pagheremo noi. Costruiremo una nave con elica e vapore, tutta di ferro e con la barra piena. Saliremo a bordo, otterremo i visti e vedremo l'Acropoli e la Gioconda. Perché moltiplicando il numero dei continenti del mondo con le stagioni, il numero quattro, e riempiendo i serbatoi di carburante, otteniamo venti posti dove andare. 3 L'usignolo canterà per noi nel verde bosco. Non penseremo alla morte più spesso di quanto un corvo pensi agli spaventapasseri del giardino. Avendo peccato, noi stessi saremo messi alle strette. Incontreremo la nostra vecchiaia su una poltrona profonda, circondati dai nipoti. Se non esistono, i vicini permetteranno loro di guardare in TV la morte della rete di spionaggio. Come ci insegnano i libri, gli amici e l’epoca: il domani non può essere così brutto come ieri, e questa parola dovremmo scriverla in tempi passati. Poiché l'anima esiste nel corpo, la vita sarà migliore di quanto volessimo. Friggeremo la nostra torta in puro strutto, perché così è più buona: così ci hanno detto. ___ "Ascolta la voce del Bardo!" W. Blake 1 Non beviamo vino ai margini del villaggio. Non ci daremo come sposi alla principessa. Non immergiamo le nostre scarpe liberiane nella zuppa densa di cavoli. Per noi è imbarazzante ridere e noioso piangere. Non pieghiamo l'arco a metà con l'orso. Non stiamo cavalcando il lupo grigio, e lui non si alzerà, essendo stato punto con una siringa o gettato a terra, come un principe snello. Conoscendo i tubi di rame, non li facciamo saltare. Non amiamo quelli come noi, non amiamo chi è fatto di un'altra stoffa. Non ci piace l'ora, ma più spesso non ci piace il posto. Poiché il nord è lontano dal sud, i nostri pensieri si aggrappano l’uno all’altro. Quando il sole tramonta, accendiamo le luci, concludendo la serata con il tè georgiano. 2 Non vediamo germogli dalle nostre terre coltivabili. Il giudice ci fa schifo, l’avvocato difensore fa paura. Apprezziamo un piledriver più di una partita di un secolo. Dateci il pranzo e la composta per il terzo. Una stella nei nostri occhi è come una lacrima sul nostro cuscino. Abbiamo paura della corona sulla fronte della rana, delle verruche sulle dita e di altra sporcizia. Dateci un tubetto di buon unguento. Preferiamo la stupidità all'astuzia di una volpe. Non sappiamo perché gli alberi hanno foglie. E quando Borea li infrange prima della scadenza, non proviamo altro che shock. Poiché il caldo si trasforma in freddo, la nostra giacca è cucita e il nostro cappotto di pelle di pecora è forato. Non è la nostra ragione, ma i nostri occhi che si sono indeboliti per cercare la differenza tra un'aquila e un airone. 3 Abbiamo paura della morte, della punizione postuma. Nella vita abbiamo familiarità con il tema della paura: il vuoto è più probabile e peggiore dell'inferno. Non sappiamo a chi dovremmo dire "non farlo". Le nostre vite, come le linee, hanno raggiunto un punto. Non possiamo dormire davanti a una figlia in camicia da notte o a un figlio in maglietta. La nostra ombra è più lunga della notte davanti a noi. Non è la campana che suona nella serata uggiosa! Stiamo andando nell'oscurità, dove non abbiamo nulla con cui brillare. Abbassiamo le bandiere e bruciamo le carte. Cadiamo finalmente nel pallone. Perché è andato tutto così? E sarebbe una bugia dare la colpa al carattere o alla Volontà di Dio. Avrebbe dovuto essere diverso? Abbiamo pagato per tutti e non è stato necessario alcun cambiamento. 1972 Il funerale di Bobo 1 Bobo è morta, ma le manca il cappello. Come spiegare che non c'è nulla con cui consolarsi? Non inchioderemo una farfalla con un ago dell'Ammiragliato, la mutileremo solo. Finestre quadrate, non importa quanto ti guardi intorno. E in risposta a “Cos’è successo”, aprite la lattina vuota dall’interno: “A quanto pare è proprio questa”. Bobo è morto. Mercoledì finisce. Per le strade dove non si trova alloggio per la notte, è bianco e bianco. Solo l'acqua nera del fiume notturno non accetta la neve. 2 Bobo è morto e c'è tristezza in questa riga. Quadrati di finestre, archi semicircolari. Fa così freddo che se ti uccidono sarà con un’arma da fuoco. Addio Bobo, bellissimo Bobo. Una lacrima in faccia al formaggio tagliato. Siamo deboli nel seguirti, ma siamo anche incapaci di restare fermi. La tua immagine, lo so in anticipo, non diminuirà nel caldo e nel gelo della clematide, ma al contrario, nella prospettiva unica della Russia. 3 Bobo è morto. Ecco un sentimento accessibile alla condivisione, ma scivoloso, come il sapone. Oggi ho sognato che ero sdraiato nel mio letto. E così è stato. Strappa il foglio, ma cambia la data: lo zero apre l'elenco delle perdite. I sogni senza Bobo assomigliano alla realtà e l'aria entra nella stanza in un quadrato. Bobo è morto. E voglio aprire leggermente le labbra e dire: "Non farlo". Probabilmente, dopo la morte c'è il vuoto. E più probabile e peggiore dell'Inferno. 4 Eri tutto. Ma poiché ora sei morto, mio ​​Bobo, sei diventato un nulla, più precisamente un grumo di vuoto. Che è anche, come potresti pensare, molto. Bobo è morto. Per gli occhi rotondi, la vista dell'orizzonte agisce come un coltello, ma non sostituiranno te, Bobo, Kiki o Zaza. Questo è impossibile. È giovedì. Credo nel vuoto. È come l'inferno, ma peggio. E il nuovo Dante si china sul foglio e mette una parola nello spazio vuoto. 1972 * Datato "gennaio-marzo 1972" nella traduzione di Karl Proffer. Torso Se all'improvviso vaghi nell'erba di pietra, che sembra migliore nel marmo che nella realtà, o noti un fauno che si abbandona alle storie con una ninfa, ed entrambi in bronzo sono più felici che in un sogno, puoi lasciare andare il bastone dal tuo stanco mani: sei nell'Impero, amico. Aria, fuoco, acqua, fauni, naiadi, leoni, presi dalla natura o dalla testa: tutto ciò che Dio ha inventato e che il cervello stanco continuava a portare avanti, si è trasformato in pietra o metallo. Questa è la fine delle cose, questo è lo specchio alla fine del percorso per entrare. Mettiti in una nicchia libera e, alzando gli occhi al cielo, osserva come passano i secoli, scomparendo dietro l'angolo, e come il muschio cresce nell'inguine e la polvere cade sulle tue spalle: questa abbronzatura di epoche. Qualcuno si spezzerà una mano e la testa rotolerà giù dalla spalla, bussando. E ciò che resta è il busto, sommatoria anonima di muscoli. Mille anni dopo, un topo che viveva in una nicchia con un artiglio rotto, incapace di superare il granito, una sera uscì squittendo e attraversò di corsa la strada per non raggiungere la buca a mezzanotte. Non la mattina. 1972 Passaggio incompiuto Durante la cena si alzò da tavola e uscì di casa. La luna splendeva come l'inverno e le ombre del cespuglio, superando i riccioli del recinto, erano così chiaramente annerite nella neve, come se avessero messo radici qui. Battito cardiaco, non un'anima in giro. Il desiderio di tutti gli esseri viventi è così grande di superare i confini, di espandersi verso l'alto e in largo, che basta guardare un luminare, qualunque esso sia, e proprio in quel momento l'ambiente diventa preda non di noi stessi, ma di noi stessi. delle nostre aspirazioni. 1972(?) x x x Stabilire una connessione con una bellezza, lungo le mura della prigione dove ha scontato tre anni, volando in taxi, schizzando terra, con una bottiglia in una rete: questa è libertà! La brezza della Neva ti solletica le narici. Il destino dei parenti non rode la mente. OH! solo un connazionale può comprendere il fascino di questi versi!.. 1972(?) Diario di Rotterdam Piovo a Rotterdam. Crepuscolo. Mercoledì. Aperto l'ombrello, alzo il bavero. Bombardarono la città per quattro giorni e la città scomparve. Le città non sono persone e non si nascondono all'ingresso durante un temporale. Le strade e le case non impazziscono in questi casi e, cadendo, non invocano vendetta. II luglio pomeriggio. Gocciola dalla cialda sulla gamba dei pantaloni. Coro di voci di bambini. Ci sono nuovi enormi edifici tutt'intorno. Ciò che Corbusier ha in comune con la Luftwaffe è che entrambi lavorarono duramente per cambiare il volto dell’Europa. Ciò che i Ciclopi dimenticano nella loro rabbia, le matite lo completeranno con sobrietà. III Non importa quanto sia il tempo di guarigione, il moncone, non vedendo i mezzi per distinguerlo dall'obiettivo, fa male. E ancora di più: da una panacea. Notte. Tre decenni dopo, in un appartamento al ventesimo piano, beviamo vino davanti alle grandi star dell'estate, al livello raggiunto da coloro che una volta volavano in aria qui. Luglio 1973, Rotterdam Laguna I Tre vecchie donne che lavorano a maglia su poltrone profonde parlano nell'ingresso del tormento del padrino; la pensione Akkademia, insieme all'Universo intero, veleggia verso il Natale al rombo della televisione; L'impiegato infila il registro sotto il gomito e gira la ruota. II E un ospite sale le scale fino alla sua stanza, con la grappa in tasca, un completo nessuno, un uomo con un mantello, che ha perso la memoria, la sua patria, suo figlio; Il pioppo tremulo nei boschi piange sulla sua gobba, ammesso che qualcuno pianga per lui. III Le chiese di Venezia, come i servizi da tè, possono essere sentiti risuonare in una scatola da sotto vite casuali. La piovra di bronzo del lampadario in un traliccio ricoperto di lenticchie d'acqua lecca una macchina umida, macchiata di lacrime, affetto e sogni sporchi. IV Adriatico di notte il vento d'oriente riempie il canale come una vasca da bagno, con la sommità che scuote le barche come culle; di notte il pesce, non il bue, sta davanti alla tua testa, e la stella marina alla finestra muove con i suoi raggi la tenda mentre dormi. V Così vivremo, versando l'acqua morta di una caraffa di vetro nella fiamma bagnata della grappa, tritando l'orata e non un uccello d'oca, così che il tuo cordato antenato, Salvatore, ci soddisferà in una notte d'inverno in un paese umido. VI Natale senza neve, palline e abeti rossi, in riva al mare, vincolato da una mappa nel corpo; lasciando che la conchiglia del mollusco sprofondi sul fondo, nascondendole il volto, ma affascinandone la schiena, il Tempo esce e ondeggia, cambiando la freccia sulla torre: lei sola. VII La città che affonda, dove una mente forte diventa improvvisamente un occhio umido, dove le sfingi del fratello nord-sud, leone alato che sa leggere e scrivere, sbattendo un libro, non gridano “Ratou!”, ma sono contente soffocare sotto gli schizzi degli specchi. VIII La gondola urta pali marci. Il suono nega se stesso, la parola e l'udito; e anche il potere in cui le tue mani si allungano sulla foresta di conifere davanti a un piccolo demone predatore e la saliva ti si congela in bocca. IX Incrociamo la zampa sinistra, che ha preso gli artigli, con la zampa destra, piegandola al gomito; Riceveremo un gesto simile a un martello nella falce e, come il diavolo Solokha, lo mostreremo coraggiosamente a un'era che ha assunto l'immagine di un brutto sogno. X Il corpo nel mantello abita le sfere dove Sophia, Speranza, Fede e Amore non hanno futuro, ma c'è sempre un presente, non importa quanto amaro sia il sapore dei baci degli ebre e dei goek, e la città dove lascia il piede nessuna traccia XI - come una barca sulla superficie dell'acqua, qualsiasi spazio dietro, preso in numeri, ridotto a zero - non lascia tracce profonde nelle piazze, come un ampio “arrivederci”, nelle strade strette, come il suono “amore”. XII Guglie, colonne, intagli, modanature in stucco di archi, ponti e palazzi; guarda in alto: vedrai il sorriso di un leone su una torre coperta di venti, come un vestito, indistruttibile, come il grano fuori del seminativo, con una cintura temporale al posto del fossato. XIII Notte su San Marco. Un passante con la faccia accartocciata, paragonabile nell'oscurità a un anello tolto dall'anulare, che si rosicchia l'unghia, guarda, avvolto nella pace, nel “nulla”, in cui i pensieri possono indugiare, ma l'allievo no. XIV Lì, oltre il nulla, oltre i suoi confini – neri, incolori, forse bianchi – c'è qualcosa, un oggetto. Forse il corpo. Nell’era dell’attrito, la velocità della luce è la velocità della visione; anche quando non c'è luce. 1973


Da Marziale

Oggi c'è vento e le onde si sovrappongono.
L'autunno sta arrivando, tutto cambierà nella zona.
Il cambiamento dei colori è più commovente, Postumo,
che cambiare il vestito di un amico.

La Vergine in un certo senso diverte -
Non puoi andare oltre il gomito o il ginocchio.
Quanto più gioiosa è la bellezza fuori del corpo:
Nessun abbraccio è possibile, nessun tradimento!
___

Ti mando, Postumo, questi libri.
Cosa c'è nella capitale? Si stanno sdraiando dolcemente? Non è difficile dormire?
Come sta Cesare? Cosa sta facendo? Tutto l'intrigo?
Tutto l'intrigo è probabilmente solo golosità.

Sono seduto nel mio giardino, la lampada è accesa.
Nessuna fidanzata, nessuna domestica, nessun conoscente.
Invece dei deboli di questo mondo e dei forti -
solo il ronzio armonioso degli insetti.
___

Qui giace un mercante asiatico. Tolkovym
Era un commerciante: professionale, ma poco appariscente.
Morì rapidamente: febbre. Per mestiere
è venuto qui per affari, non per questo.

Accanto a lui c'è un legionario, sotto il quarzo grezzo.
Ha glorificato l'impero nelle battaglie.
Quante volte avrebbero potuto uccidere? e morì vecchio.
Anche qui, Postumo, non ci sono regole.
___

Sia vero, Postumo, che la gallina non è un uccello,
ma con il cervello di pollo avrai già abbastanza dispiaceri.
Se ti capita di nascere nell'Impero,
È meglio vivere in una provincia remota in riva al mare.

E lontano da Cesare e dalla bufera di neve.
Non è necessario adulare, essere codardo o affrettarsi.
Stai dicendo che tutti i governatori sono ladri?
Ma un ladro mi è più caro di una sanguisuga.
___

Aspetta che finisca con te questo acquazzone, etera,
Sono d'accordo, ma non facciamo scambi:
togli sesterzio dal corpo che copre -
è come pretendere le tegole da un tetto.

Perdita, dici? Ma dov'è la pozzanghera?
Non è mai successo di aver lasciato una pozzanghera.
Ti troverai un marito,
colerà sul copriletto.
___

Quindi ne abbiamo vissuto più della metà.
Come mi disse il vecchio schiavo davanti all'osteria:
“Quando ci guardiamo intorno, vediamo solo rovine.”
La visione, ovviamente, è molto barbara, ma vera.

Ero in montagna. Adesso sono impegnato con un grande bouquet.
Troverò una grande brocca e verserò loro l'acqua...
Come va in Libia, mio ​​Postumo, o là?
Stiamo ancora combattendo?
___

Ti ricordi, Postumo, che il governatore ha una sorella?
Magro, ma con le gambe piene.
Hai dormito di nuovo con lei... Recentemente sei diventata sacerdotessa.
La sacerdotessa Postumo comunica con gli dei.

Venite, beviamo vino e mangiamo pane.
O prugne. Dimmi la notizia.
Ti farò il letto in giardino sotto il cielo limpido
e ti dirò come si chiamano le costellazioni.
___

Presto, Postumo, il tuo amico che ama l'addizione,
ripagherà il suo debito di lunga data.
Prendi i tuoi risparmi da sotto il cuscino,
non c'è molto lì, ma abbastanza per il funerale.

Cavalca la tua cavalla nera
alla casa delle etere sotto le mura della nostra città.
Dai loro il prezzo per il quale hai amato,
in modo che paghino lo stesso prezzo.
___

Il verde dell'alloro, quasi fino a tremare.
La porta è aperta, la finestra è polverosa,
una sedia abbandonata, un letto abbandonato.
Tessuto che ha assorbito il sole di mezzogiorno.

Il Ponto fruscia dietro una siepe nera di pini.
La nave di qualcuno sta lottando con il vento al largo del promontorio.
Sulla panchina asciutta c'è il Vecchio Plinio.
Un merlo cinguetta tra i capelli del cipresso.

marzo 1972

Tesoro, sono uscito di casa tardi stasera.
prendi una boccata d'aria fresca che soffia dall'oceano.
Il tramonto ardeva nella platea come un ventaglio cinese,
e la nuvola vorticava come il coperchio di un pianoforte da concerto.

Un quarto di secolo fa avevi la passione per la lula e i datteri,
Ho disegnato con l'inchiostro su un taccuino, ho cantato un po',
mi sono divertito con me; ma poi ho incontrato un ingegnere chimico
e, a giudicare dalle lettere, è diventata mostruosamente stupida.

Adesso si vede nelle chiese di provincia e nelle metropoli
alle cerimonie commemorative per gli amici comuni, che ormai sono continue
in successione; e sono felice che ci siano più distanze nel mondo
impensabile che tra me e te.

Anche tu sei fortunato: dove altro, se non forse la fotografia,
resterai sempre senza rughe, giovane, allegro, beffardo?
Perché il tempo, quando si confronta con la memoria, apprende la sua mancanza di diritti.
Fumo al buio e respiro il marcio della marea.

L’Olanda è un paese piatto
eventualmente passando in mare,
che è, in definitiva,
Olanda. Pesce non catturato
parlando tra loro in olandese,
convinti che la loro libertà sia un miscuglio
incisioni con pizzo. Non consentito in Olanda
scalare le montagne, morire di sete;
È ancora più difficile lasciare una traccia chiara,
uscire di casa in bicicletta,
salpò, ancora di più. Ricordi -
Olanda. E nessuna diga
non puoi trattenerli. In questo senso io
Vivo in Olanda da molto più tempo,
rispetto alle onde locali che si infrangono in lontananza
nessun indirizzo. Come queste righe.

Romanticismo natalizio

Evgenij Reina, con affetto

Galleggiando in una malinconia inspiegabile
tra la sporgenza di mattoni
barca notturna inestinguibile
dal Giardino di Alessandro,
torcia notturna poco socievole,
sembra una rosa gialla,
sopra le teste dei tuoi cari,
ai piedi dei passanti.

Galleggiando in una malinconia inspiegabile
un coro di api sonnambuli e ubriaconi.
Fotografia nella capitale notturna
lo straniero fece tristemente,
e parte per Ordynka
taxi con passeggeri malati,
e i morti stanno in un abbraccio
con palazzi.

Galleggiando in una malinconia inspiegabile
cantante triste nella capitale,
in piedi al negozio di cherosene
bidello triste e paffuto,
corre lungo una strada anonima
l'amante è vecchio e bello.
Sposi del treno di mezzanotte
fluttuando in una malinconia inspiegabile.

Galleggiando nell'oscurità della Zamoskvoretskaya,
un nuotatore accidentale nella sfortuna,
vaga rimprovero ebraico
sulle tristi scale gialle,
e dall'amore alla tristezza
a Capodanno, la domenica,
la bellezza fluttua,
senza spiegare la mia malinconia.

Una fredda sera fluttua nei miei occhi,
i fiocchi di neve tremano sulla carrozza,
vento gelido, vento pallido
coprirà le palme rosse,
e scorre il miele delle luci della sera,
e profuma di dolce halva;
la torta notturna porta la vigilia di Natale
sopra la tua testa.

Il tuo Capodanno in blu scuro
onda in mezzo al mare urbano
galleggiando in un'inspiegabile malinconia,
come se la vita dovesse ricominciare,
come se ci fossero luce e gloria,
buona giornata e tanto pane,
come se la vita girasse a destra,
oscillando a sinistra.

Dal punto di vista dell'aria, il confine della terra
ovunque. Cosa, falciando le nuvole,
coincide, non importa cosa nascondi
tracce - con la sensazione di un tallone.
E l'occhio che si guarda intorno,
falcia i campi come la tua falce;
somma di piccoli termini quando si cambia posto
irriconoscibile oltre lo zero.
E un sorriso scivolerà come l'ombra di una torre
lungo una siepe frastagliata, un cespuglio rigoglioso
trattenendo la rosa canina, ma gridando
caprifoglio, senza aprire le labbra.

Candelora

Anna Akhmatova

Quando l'ha portata per la prima volta in chiesa
il bambino era dentro di mezzo
persone che erano lì tutto il tempo
San Simeone e la profetessa Anna.

E il vecchio prese il bambino dalle sue braccia
Maria; e tre persone in giro
i bambini stavano come una struttura instabile,
quella mattina, perso nell'oscurità del tempio.

Quel tempio li circondava come una foresta ghiacciata.
Dagli occhi delle persone e dagli occhi del cielo
le vette erano nascoste, essendo riuscite ad allargarsi,
quella mattina Maria, la profetessa, la vecchia.

E solo sulla sommità della testa con un raggio casuale
la luce cadde sul bambino; ma non significa niente
Ancora non lo sapevo e russavo assonnato,
riposa tra le forti braccia di Simeone.

E fu detto a questo vecchio,
che vedrà l'oscurità mortale
non prima che il Signore abbia visto suo figlio.
È finito. E l’anziano disse: “Oggi,

Mantenendo la parola una volta detta,
Sei in pace, Signore, lasciandomi andare,
poi i miei occhi lo videro
figlio: egli è la tua continuazione e la tua luce

Fonte di idoli che onorano le tribù,
e la gloria d'Israele è in lui." - Simeone
tacque. Il silenzio circondò tutti loro.
Solo l'eco di quelle parole, toccando le travi,

Ha girato per un po'
sopra le loro teste, frusciando leggermente
sotto gli archi del tempio, come una specie di uccello,
che può volare in alto, ma non può scendere.

Ed era strano per loro. Ci fu silenzio
non meno strano del discorso. Confuso
Maria rimase in silenzio. "Che parole..."
E l'anziano disse, rivolgendosi a Maria:

"Sdraiato ora sulle tue spalle
la caduta di alcuni, l’ascesa di altri,
oggetto di controversia e motivo di discordia.
E con la stessa arma, Maria, con la quale

La sua carne sarà tormentata, la tua
l'anima sarà ferita. Questa ferita
ti permetterà di vedere ciò che è nascosto nel profondo
nel cuore degli uomini, come una specie di occhio."

Finì e si avviò verso l'uscita. Seguente
Maria, curva, e con il peso degli anni
Anna curva guardava in silenzio.
Camminava, diminuendo di importanza e di corpo

Per queste due donne all'ombra delle colonne.
Quasi incitandoli con gli sguardi, lui
camminavo silenziosamente attraverso questo tempio vuoto
alla porta vagamente bianca.

E l'andatura era ferma come quella di un vecchio.
Solo la voce della profetessa da dietro quando
risuonò, fermò un po' il passo:
ma là non invocavano lui, ma Dio

La profetessa ha già cominciato a lodare.
E la porta si stava avvicinando. Vestiti e fronte
il vento ha già toccato, e ostinatamente nelle orecchie
il rumore della vita irruppe fuori dalle mura del tempio.

Stava per morire. E non nel rumore della strada
Aprì la porta con le mani e uscì,
ma nei domini sordi e muti della morte.
Camminò per uno spazio privo di firmamento,

Sentì che il tempo aveva perso il suo suono.
E l'immagine del Bambino splendente intorno
soffice corona del sentiero della morte
L'anima di Simeone veniva portata davanti a sé

Come una specie di lampada in quella nera oscurità,
in cui nessuno ha finora
Non ho avuto la possibilità di illuminarmi la strada.
La lampada brillò e il sentiero si allargò.

* Datato dalle traduzioni in SP e PS. Nota in SP: data di scrittura
poesie - Compleanno di Anna Akhmatova. Datazione NIB: marzo 1972

E. Leonskaja

C'è forte gelo e aghi di pino nell'aria.
Mettiamo cotone e pelliccia.
Faticare nei nostri cumuli di neve con una borsa -
Un cervo è migliore di un cammello con due gobbe.

Nel nord, anche se credono in Dio,
allora come il comandante di quella prigione,
dove tutti sembriamo avere un lato dolente,
ma tutto quello che puoi sentire è che hanno dato poco.

Nel sud, dove le precipitazioni bianche sono rare,
credete in Cristo, poiché egli stesso è fuggitivo:
nato nel deserto, sabbia e paglia,
e anche lui è morto, ho sentito dire, non a casa.

Ricordiamolo oggi con il vino e il pane
una vita vissuta all’aria aperta,
in modo che dentro e poi eviti l'arresto
terra - perché lì c'è più spazio.

Oggi c'è vento e le onde si sovrappongono.
L'autunno sta arrivando, tutto cambierà nella zona.
Il cambiamento dei colori è più commovente, Postumo,
che cambiare il vestito di un amico.

Ti mando, Postumo, questi libri.
Cosa c'è nella capitale? Si stanno sdraiando dolcemente? Non è difficile dormire?
Come sta Cesare? Cosa sta facendo? Tutto l'intrigo?
Tutto l'intrigo è probabilmente solo golosità.

Sono seduto nel mio giardino, la lampada è accesa.
Nessuna fidanzata, nessuna domestica, nessun conoscente.
Invece dei deboli di questo mondo e dei forti -
solo il ronzio armonioso degli insetti.

Qui giace un mercante asiatico. Tolkovym
Era un commerciante: professionale, ma poco appariscente.
Morì rapidamente: febbre. Per mestiere
è venuto qui per affari, non per questo.

Accanto a lui c'è un legionario, sotto il quarzo grezzo.
Ha glorificato l'impero nelle battaglie.
Quante volte avrebbero potuto uccidere? e morì vecchio.
Anche qui, Postumo, non ci sono regole.

Sia vero, Postumo, che la gallina non è un uccello,
ma con il cervello di pollo avrai già abbastanza dispiaceri.
Se ti capita di nascere nell'Impero,
È meglio vivere in una provincia remota in riva al mare.

E lontano da Cesare e dalla bufera di neve.
Non è necessario adulare, essere codardo o affrettarsi.
Stai dicendo che tutti i governatori sono ladri?
Ma un ladro mi è più caro di una sanguisuga.

Aspetta che finisca con te questo acquazzone, etera,
Sono d'accordo, ma non facciamo scambi:
togli sesterzio dal corpo che copre -
è come pretendere le tegole da un tetto.

Perdita, dici? Ma dov'è la pozzanghera?
Non è mai successo di aver lasciato una pozzanghera.
Ti troverai un marito,
colerà sul copriletto.

Quindi ne abbiamo vissuto più della metà.
Come mi disse il vecchio schiavo davanti all'osteria:
“Quando ci guardiamo intorno, vediamo solo rovine.”
La visione, ovviamente, è molto barbara, ma vera.

Ero in montagna. Adesso sono impegnato con un grande bouquet.
Troverò una grande brocca e verserò loro l'acqua...
Come va in Libia, mio ​​Postumo, o là?
Stiamo ancora combattendo?

Ti ricordi, Postumo, che il governatore ha una sorella?
Magro, ma con le gambe piene.
Hai dormito di nuovo con lei... Recentemente sei diventata sacerdotessa.
La sacerdotessa Postumo comunica con gli dei.

Venite, beviamo vino e mangiamo pane.
O prugne. Dimmi la notizia.
Ti farò il letto in giardino sotto il cielo limpido
e ti dirò come si chiamano le costellazioni.

Presto, Postumo, il tuo amico che ama l'addizione,
ripagherà il suo debito di lunga data.
Prendi i tuoi risparmi da sotto il cuscino,
non c'è molto lì, ma abbastanza per il funerale.

Cavalca la tua cavalla nera
alla casa delle etere sotto le mura della nostra città.
Dai loro il prezzo per il quale hai amato,
in modo che paghino lo stesso prezzo.

Il verde dell'alloro, quasi fino a tremare.
La porta è aperta, la finestra è polverosa,
una sedia abbandonata, un letto abbandonato.
Tessuto che ha assorbito il sole di mezzogiorno.

Il Ponto fruscia dietro una siepe nera di pini.
La nave di qualcuno sta lottando con il vento al largo del promontorio.
Sulla panchina asciutta c'è il Vecchio Plinio.
Un merlo cinguetta tra i capelli del cipresso.